Valentina Aceto
Valentina Aceto fa un’operazione di slittamento linguistico che finisce su un registro concettuale: non abbiamo figure e forme di animali o esseri umani, ma solo una parte dell’anatomia umana. L’orecchio, il grande ascolto della natura, un avvicinamento del microcosmo al macrocosmo. L’uomo ha bisogno di approcciarsi di nuovo alla natura, in un mettersi in ascolto del ventre come se fosse un ventre materno, quello dell’Etna.